Record of the Month
Sébastien Brun è un batterista francese con una discreta serie di collabo- razioni ma un solo disco personale all'attivo, il curioso, originale e deci- samente ottimo "Ar Ker", di cui scrissi tre anni e mezzo fa su BU#266/267. Adesso si presenta con una formazione a cinque - così nelle foto promo - che promette d'essere la sua di maggiore rilievo; o quantomeno personalmente lo spero, dato che il disco d'esordio è una vera bomba purtroppo ascoltata troppo tardi per la playlist 2023, altri- menti avrebbe presenziato decisamente molto in alto.
Esorditi nel febbraio 2018 con un ep con tre brani e due remix, buono ma ancora acerbo (soprattutto se confrontato con l'album), nella regi- strazione di "Sparkles & Mud" i Parquet sono addirittura in sette - con Brun i chitarristi Julien Desprez, Nicolas Cueille e Guillaume Magne, il bassista Jean-François Riffaud e Clément Édouard e Simon Henocq al- l'elettronica - ma la loro musica secca e scarnificata non dà mai l'idea di eccedere in presenze e suono, tutt'altro. Il procedimento seguito in tutti i pezzi è tanto elementare quanto efficace: individuato un ritmo te- chnoide in quattro quarti che lentamente si sfibra e ricompone seguen- do sottili variazioni e moltiplicazioni, i tre chitarristi, il bassista e i due elettronici aggiungono elementi ritmici geometrici, schizzi di riff, frasi rapide, spunti e sputi di accordi che si reiterano per qualche minuto per poi sparire e riapparire, sempre brevissimi e metronomici, sovrappo- nendosi in una costante tensione minimal-minimalista che finisce per trasformarsi in un esaltante montare di techno poliritmica all'ennesima, devastante prepotenza. Inutile citare qualche pezzo, il disco è un flusso unico in cui potete ritrovare decine e decine di scampoli di tempi e suo- ni che assaltano la memoria: il motorik dei Neu!, le chitarre metalliche e angolari dei Gang Of Four, il basso corposo e legnoso dei Primus, i tra- pani elettronici dei Throbbing Gristle, la techno cangiante dei Carter Tutti Void e qualcosa dei Talking Heads più afrofuturibili (in Mud) tutti insieme in una serie di irresistibili, inarrestabili, estenuanti (è un com- plimento) maratone ritmiche senza plausibili termini di paragone - non ricordo nulla di simile se non, pr certi versi, quello che facevano i mi- sconosciuti L@N alla fine degli anni '90 con risultati però meno 'rock' di questi e più strettamente elettronici. "Sparkles & Mud" è, proprio come dice il titolo, un cocktail di scintille e fango, qualcosa che brilla nella melma, un'autentica meraviglia.
[8.5] Stefano I. Bianchi